Anche se arrivato in tv nel 1990, lo stile, i protagonisti e la costruzione del telefilm College ci mostra un prodotto made in 80s.
Scrivere di un telefilm come “College” significa immergersi nell’universo scanzonato e patinatissimo dei cadetti della base militare “Admiral”, che ogni settimana (dal 6 marzo al 5 giugno 1990) allietava – su Italia Uno – i martedì sera degli italiani.
Al netto di una trama comicissima e di una sigla diventata iconica sin dalla prima ora, “College” appare come un prodotto decisamente riconoscibile ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni.
Dopotutto, le arzigogolate avventure portate in scena da Federica Moro (la bellissima “Arianna”), Keith Van Hoven, Fabrizio Bracconieri e Fabio Ferrari – tra gli altri, naturalmente- non rappresentano altro che uno spaccato della bella (ed ingenua) Italia che fu, quella dell’edonismo multicolor e della Milano da bere, tanto per intenderci.
Ed allora le vicende di cadetti e collegiali che si intrecciano come nuvole in un cielo estivo sono solo una scusa per descrivere vizi e virtù del nostro paese negli anni Ottanta.
Non solo. Nei quattordici episodi diretti da Lorenzo Castellano e Federico Moccia e basati sulla storia tratta dall’omonima pellicola del 1984 (che fu diretta dai padri dei due registi, Franco Castellano e Giuseppe Moccia, in arte Castellano e Pipolo) vi sono tracce di una società che non amava prendersi troppo sul serio come quella di oggi. Anzi.
Se vogliamo, il telefilm che vedeva come protagonista femminile la sopraccitata Federica Moro è una sorta di epopea pop legata in qualche misura all’altro grande successone – in termini di telefilm – degli 80s: ossia, “I Ragazzi Della Terza C”. E non solo per la presenza all’interno del cast di molti attori che avevano preso parte alle (dis)avventure tragicomiche di Bruno Sacchi e soci.
Per quanto mi riguarda, “College” sarà legato per sempre alla mia infanzia ed a quelle belle serate di fine Anni Ottanta/inizio Anni Novanta, quando bastava riunirsi davanti al televisore con il resto della famiglia per sentirsi felici.
Oggi, purtroppo, una Serie come “College” non riuscirebbe ad attecchire come tre decenni or sono. E non per demeriti legati al telefilm in questione. Ma per il cambiamento – più o meno fisiologico – a cui è andata incontro la nostra società nel corso degli ultimi anni.
Tradotto in soldoni, non vi è più quello spirito di aggregazione che rappresentava una sorta di colonna portante del successo di tali serie televisive.
“College”, in pratica, è l’ultimo baluardo di un macrocosmo sociologico oramai in estinzione.